Antonio Casilli "Le Web social, outil d'interculturalité" (Corriere della Sera, Italie, 17 février 2013)

Dans La Lettura, supplément culturel du quotidien italien Il Corriere della Sera du 17 févr. 2013, la journaliste Serena Danna donne la parole à Antonio A. Casilli, auteur de Les liaisons numériques. Vers une nouvelle sociabilité ? (Ed. du Seuil). L’occasion pour parler de Web et d’interculturalité est fournie par l’intervention du sociologue lors du colloque Il Corpo e la Rete (Fondation Intercultura, Florence, Italie, 28 févr. -02 mars 2013).

» Il Web sociale, ponte tra culture – Corriere della Sera.

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“I social network hanno un ruolo fondamentale in ciascuna delle fasi. «Nei momenti di emergenza o di spaesamento — spiega Antonio Casilli, docente di Digital humanities al Telecom ParisTech — i migranti hanno un maggiore bisogno di risorse relazionali e il web 2.0 rappresenta un bacino unico di capitale sociale». A volte basta una chat con l’amico lontano per superare il momento di difficoltà e uno sguardo alla timeline di Twitter per ritrovare l’entusiasmo della scoperta.

La Nanyang Technological University di Singapore ha monitorato gli status di Facebook (102 in tutto) di un diciassettenne malesiano arrivato negli Stati Uniti per un programma di studio di sei mesi con lo scopo di valutare il suo livello di integrazione. Azioni ed emozioni online dello studente corrispondevano agli stadi dell’adattamento: dall’entusiasmo per la «nuova vita» (rappresentato da continui status e foto divertenti) al timore della mancata integrazione (dimostrata dalla ricerca di contatto con i vecchi amici) fino alla tristezza per la fine dell’esperienza (a cui è corrisposto un minor numero di aggiornamenti). «Gli scambi online — continua Casilli — servono ai migranti per trovare il giusto equilibrio tra il bonding, la coesione sociale tra i simili, e il bridging, ovvero la costruzione di ponti con i diversi». (…)

Per Casilli è una questione di metodologia: «Chi utilizza l’analisi semantica e dunque si concentra solo sul contenuto degli scambi perde di vista l’importanza delle strutture sociali: quando guardo una timeline di Twitter o una bacheca di Facebook penso solo ai network di relazioni che rappresentano». La vastità delle reti presenti nel web sociale — «i parenti dei conoscenti degli amici» — impone dunque necessariamente l’incontro con l’altro.”